Come sopravvivere al dolore e ritrovare se stessi: dal film La vita di Pi.
12 Gennaio 2017
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I colori della maternità: una mia intervista

Nel mio studio  vedo molte neomamme e insieme scopriamo quanti colori ha la maternità.

colori maternià la mia intervistaSono donne diverse, con storie e racconti unici e personali ma un denominatore comune emerge in modo evidente: il sapore amaro della disillusione.

Le mamme di oggi sono multitasking, capaci, piene di risorse, attive. Si pongono domande – a volte troppe- si mettono in discussione. Ma sono donne che sperimentano una rabbia acuta nei confronti di una società che le ha illuse.

I servizi dedicati alla maternità, oggi, sono molto più all’avanguardia di un tempo. Gli operatori sono competenti e aggiornati, anche grazie ai diversi corsi di formazione che ciclicamente fanno.

Eppure della maternità si continua a parlare in un modo edulcorato ed irrealistico.

“Al parto ti sentirai forte, come una dea”, “Vedrai, amerai subito il tuo bambino.”, “Diventare madre ti porterà solo emozioni fantastiche” : questi sono solo alcuni esempi di ciò che si sentono dire le donne.

Definizioni  che poco rappresentano, in realtà, i complessi vissuti di molte mamme.

“Nessuno mi ha mai detto che sarebbe stato ANCHE così”: è, invece, una frase che spesso circola nella mia stanza delle parole.

Raramente la fatica e l’ambivalenza emotiva trovano uno spazio di espressione nella nostra cultura. Non c’è legittimazione delle emozioni contrastanti della maternità. In Italia, nell’immaginario collettivo, la mamma continua a rievocare l’immagine della Madonna, luminosa e buona.

Eppure noi donne lo sappiamo che non è solo così. Perché diventare madre implica anche affrontare un lutto: è un lutto evolutivo, un punto di non ritorno, un fare i conti con la questione che non saremo più solo donne, figlie.

Non è cosa da poco.

Sono diverse le riflessioni che ho formulato in questi anni di professione, nell’ambito della maternità.

Ho provato a sistematizzarle e ordinarle in un capitolo intitolato “Maternità tra mistificazione e negazione dell’ambivalenza”, pubblicato nel saggio “La donna che genera. Percorsi di riflessione e ricerca sul nascere”, Quintadicopertina edizioni.

 

la donna che genera

colori della maternità

Per chi fosse interessato può trovarlo qui:

http://www.quintadicopertina.com/index.php?option=com_content&view=article&id=343:la-donna-che-genera&catid=65:periodici&Itemid=87

Non si parla di depressione post parto, di vissuti disturbanti durante la gravidanza.

Non si parla dei metodi che potrebbero facilitare la risoluzione di queste problematiche e di progetti preventivi.

Non si parla della sofferenza del padre.

Per questo motivo accetto sempre con entusiasmo le interviste che diversi giornalisti mi propongono.

Per onestà, per desiderio di infrangere un tabù, per aumentare la consapevolezza e far sentire le mamme meno sole.

Per cercare di dar voce alle mie pazienti, che queste cose le sanno bene e hanno il coraggio di incontrarle dentro di sé.

Perché un giorno, proprio una di loro, disse con semplicità una grande verità:

“Le tonalità pastello dei negozi di abbigliamento infantile non hanno nulla a che fare con la maternità. La maternità non è il rosa candido o l’azzurro tenue. La maternità ha a che fare con il rosso, il nero, il viola. 
Colori accesi, intensi, forti.”

E allora diamo voce, a questi colori.

Per ascoltare la mia intervista per il giornale online “Gli Stati Generali”, ecco il link:

http://www.glistatigenerali.com/milano/il-parto-una-gioia-ma-anche-un-lutto-bisogna-parlarne/